La mia città è sicura

Essermi occupato quotidianamente, negli ultimi cinque anni, di sicurezza, mi ha fatto capire due cose. La prima è che abbiamo sempre più paura. Paura del diverso, delle nostre fragilità. C’è chi questa paura ha deciso di alimentarla e cavalcarla, trasformando un sentimento legittimo e umano in un argomento da gazebo elettorale. E c’è chi invece, con rispetto e umiltà, ha deciso di affrontarla. È quello che io, insieme al Sindaco, a tutta la Giunta e soprattutto alle forze dell’ordine e alle tante realtà che quotidianamente lavorano “sul campo”, ho provato a fare. Perché la seconda cosa che ho capito in questi cinque anni è che Bergamo è un luogo sicuro, da vivere e dove incontrarsi e lavorare in piena serenità.

Sergio Gandi guarda un murales artistico.

I problemi esistono, inutile negarlo. Ma se i reati sono in calo, come confermato anche dalla Questura con dati ufficiali, significa che il lavoro che è stato fatto sta dando i suoi frutti. Le linee guida che abbiamo seguito per migliorare la sicurezza cittadina sono state innovazione, tecnologia e partecipazione. Abbiamo aumentato le ore di lavoro serale degli agenti, introdotto le pattuglie di quartiere, concentrato le forze su zone e servizi mirati cercando di fronteggiare, con le risorse a disposizione, specifiche situazioni di criticità. A questo, abbiamo aggiunto un’implementazione del sistema di videosorveglianza e l’introduzione del sistema di lettura automatica delle targhe dei veicoli e di una app, 1Safe, che permette a chiunque di segnalare fatti o situazioni a rischio. Ma credo fortemente che il passo più importante da fare per far sentire la cittadinanza più sicura sia quello di coinvolgerla direttamente. Per questo, oltre a un ascolto e un confronto costante con i residenti dei diversi quartieri, abbiamo dato vita all’Osservatorio partecipato sulla sicurezza e abbiamo sostenuto la nascita dei Gruppi di controllo di vicinato.

La mia città sarà vicina alle persone

L’obiettivo è esserci. Come adesso e più di adesso. Stare vicino alle persone, fargli capire che i loro problemi sono anche i nostri problemi. Perché è così che deve essere una città. Per questo ora l’obiettivo è aumentare ulteriormente la nostra presenza nei quartieri attraverso l’istituzione di Unità mobili di prossimità e prevenzione costituite da un presidio teso a raccogliere segnalazioni e bisogni e a fornire soluzioni immediate. Attraverso l’aumento delle risorse umane a disposizione punteremo sull’introduzione di una pattuglia di servizio a piedi in alcuni quartieri e continueremo a sfruttare al meglio le nuove tecnologie per rendere Bergamo ancora più sicura e ancora più vicina ai suoi abitanti. Non lasceremo che a vincere sia la paura.

Sergio Gandi e la sua famiglia sulle mura di Bergamo.